Un allievo interrogò Confucio a proposito dell’arte di governare: «Cosa rende un uomo degno di far parte di coloro che ci governano?»
Confucio rispose: «Pratica i cinque gradi della perfezione dell’onore, e liberati delle quattro perversioni. Allora potrai far parte del governo.»
L’allievo chiese: «Cosa sono i cinque gradi della perfezione?»
Confucio rispose: «I buoni sono generosi senza mai cadere nella dissipazione, lavorano indefessamente senza mai lamentarsi, desiderano senza manifestare alcun tipo di avidità, e sono coperti d’onore senza aver bisogno di usare la forza.»
L’allievo chiese: «Cosa vuol dire essere generosi senza mai cadere nella dissipazione?»
Confucio rispose: «Far del bene al prossimo in base a ciò che il tuo prossimo ritiene sia un bene. Non è questa la generosità assoluta che non è mai sprecata?»
Confucio proseguì: «Se c’è chi lavora indefessamente, dopo aver scelto a cosa debba dedicare tutte le sue energie, chi dovrebbe lamentarsi? Se vuoi essere pietoso e pratichi effettivamente la pietà, allora perchè dovresti essere avido? Chi è colto non è mai avventato, sia nelle piccole cose che in quelle grandi, sia nelle scelte importanti che in quelle insignificanti, sia preso i giovani che presso i vecchi: questo non vuol dire vivere in pace senza essere arroganti? Chi è colto indossa i panni che gli sono propri ed ha un portamento solenne, perchè gli altri guardandolo ne abbiano timore: questo non significa venire onorati senza usare la forza?»
L’allievo chiese: «Cosa sono le quattro perversioni?»
Confucio rispose: «Punire senza aver prima messo in guardia: questa si chiama crudeltà. Valutare i risultati senza aver insegnato come perseguirli: questa si chiama brutalità. Reggere fiaccamente le sorti di un’impresa fino a sboccare in un vicolo cieco: questa si chiama cattiveria pura. Essere avari nel dare agli altri ciò che gli si deve: questa si chiama burocrazia». (20:4)
“La saggezza di Confucio“,
Thomas Cleary – pag.54